(...) I poeti sono come gli angeli, non cambiano mai, è la
tonalità del canto a cambiare con la forma del mondo. Nell’ora del sole
medio ci sono solo naufraghi e migranti in lento movimento,
impiccagioni, mute di cani rabbiosi, terra secca e raccolti perduti. C’è
una guerra, lontana o forse vicinissima, c’è il segno di qualcosa che
ha colpito i corpi con l’ineluttabile e cieca democrazia del male e del
dolore. Non c’è ombra, tutto è luce accecante. (...) Ignazio Licata
(...)
L’essenza di questo lavoro si rivela come una disamina della verità, di
uno sguardo interiore in grado di leggere noi stessi non tramite il
riflesso, ma attraverso la lente della distanza. Come se non ci
riguardasse, come se non ci appartenessimo e, al contempo, come se fosse
l’unico modo possibile per potersi appartenere davvero, per raggiungere
la consapevolezza di ogni passo che tracciamo o abbiamo tracciato
(...). Dario Talarico
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