Giuseppe Puppo scrittore, giornalista, direttore di una testata giornalistica, con un amore, per nulla inconfessato, per il teatro. La sua indole giornalistica lo porta dapprima a scrivere un libro d’inchiesta sull’incidente a tutt’oggi ancora poco chiaro che è costato la vita ad uno dei rampolli di casa Agnelli. O ancora, un testo su Peppino Basile, dimostrando ulteriormente il profondo desiderio di verità intorno a vicende occultate da misteri e mistificazioni della realtà. I suoi testi teatrali invece sono destinati a lasciare un segno nel panorama culturale salentino e italiano. Le sue intuizioni giornalistiche e la conoscenza profonda dell’animo umano lo portano ad esempio a scrivere La Dea trans, la storia di Carlotta Paiano, prima trans leccese famosa negli anni Ottanta, ma poi scomparsa nella più profonda solitudine. È invece una fortunata circostanza ad ispirare la stesura di «Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico». Puppo è un giovane studente del 3° ginnasio del liceo Palmieri di Lecce quando Pier Paolo Pasolini tiene la sua ultima conferenza pubblica. Dopo pochi giorni, a Ostia, sarà assassinato. Proprio da quella esperienza nasce il testo che Giuseppe Puppo dedica al grande scrittore e regista. Mettere tutti in un unico testo i suoi capolavori teatrali è l’ennesima intuizione letteraria che coniuga il bello del teatro con il piacere della lettura. Ma l’aspetto più interessante di questa summa è un filo conduttore che, in un certo senso, lega i soggetti delle sue opere, molti dei quali personaggi scomodi, ai margini, ingiustamente collocati in una zona d’ombra della cultura ufficiale perché troppo avanti, perché la loro comprensione avrebbe dovuto smontare pregiudizi e stereotipi consolidati, perché non politicamente corretti
(Dalla Prefazione di Antonio Leo)
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