Annelisa Addolorato è,
come la descrive molto bene Marcello Buttazzo nella postfazione, “Un’anima
errante come la luna, che, nei suoi transiti, ha saputo stringere al petto
tutto il bene del mondo.” La luna, per ben 13 volte merita una lirica, la luna
e l’acqua, entrambe fortemente presenti o
forse onnipresenti in questa silloge, questi due elementi così fortemente
legati tra loro, sia a livello simbolico che fisico, la luna che condiziona le
maree, i cicli mestruali, le gravidanze, i raccolti e le semine, perché di
acqua siamo fatti, la luna simbolicamente così legata al femminino, che così
bene si palesa nelle parole della poetessa, diventa filo conduttore per la
creazione di questo magnifico mondo interiore. Ma ‘Anne’ (persona reale, ma
anche personaggio fittizio, character) è errante anche in senso fisico, ha
molto viaggiato e vissuto a lungo in molti posti, e nelle sue poesie ritroviamo
l’India, la Spagna, il Nicaragua e molti altri posti ancora, e l’influenza che
hanno esercitato non traspare solo dall’uso di parole in lingua straniera, ma
nelle atmosfere che emergono, per descrivere al meglio lo stato d’animo
dell’autrice, che indubbiamente si è nutrita e lasciata permeare da tutto ciò
che ha incrociato il suo cammino. (dall'introduzione di Chiara Cordella)
Postfazione di Marcello Buttazzo
In copertina Ara dell'eterna primavera, di Sofia Stucchi - acrilico su tela, cm 70x50, 2017/2018
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