("La kabala è la sfida di chi vuole guardare il reale al di là del reale
stesso e non è facile camminare per quei luoghi, ma Grazia lo fa. Grazia
sceglie di unire il suo sguardo di donna allo sguardo della tradizione
ebraica e della mistica: entra nei testi senza una partecipazione
identitaria personale, ma è pur sempre coinvolta perché ha fede e come
donna credente si approccia ai testi, a Dio, al mondo. Sarà un caso che
questo saggio veda la luce tra le pietre bianche del Sud Italia, del
Salento, così simili a quella di Grecia, di Turchia, di Israele?
Orizzonti e colori di luce che sono incontro e crocevia di riflessioni e
culture diverse." (dall'introduzione di Pierpaolo Pinhas Punturello)
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