giovedì 2 maggio 2024

Tutto ciò che è: Poesie scelte da I ritorni e altre raccolte poetiche di Alfred Corn

 Corn non è un poeta confessionale. Le sue poesie suggeriscono che i momenti più dolorosi della sua vita giunsero quando le sue relazioni coniugali o di coppia ebbero fine, ma le tracce di quelle ferite profonde sono poche e indirette, senza mai smarrirsi in teatrini confessionali. Nella poesia “Il mantello dell'invisibilità”, il poeta si lamenta di aver dedicato la propria vita allo studio, così generico da lisciviare il suo colore lasciandolo soltanto con “l'albinismo diurno della pagina”. Il momento in cui si avvicina maggiormente all'auto-rivelazione, un'ammissione, è nella grande poesia “E poi vidi”. Vede il proprio cadavere e il modo in cui gli amici lo smembrano, abbandonando solo il cuore. Questa è una poesia che avrebbe potuto scrivere George Herbert. Le sue poesie sovente parlano di eventi storici: per esempio, i turbamenti causati dall'11 settembre in America. Alfred Corn è un poeta infinitamente attento al mondo naturale: è lo Chardin della poesia. Come il cesto di pesche o la ciotola di fragole di Chardin, ci meravigliamo per la verosimiglianza, ma riconosciamo all'istante chi ha visto queste cose in questo modo.

(Edmund White)

Con la prefazione di Edmund White e la traduzione di Alfred Corn e Angela D'Ambra. Revisione: Andrea Sirotti

In copertina: «L'Astronomo» (particolare), dipinto a olio su tela (50x45 cm) di Jan Vermeer
datato 1668 e conservato nel Museo del Louvre di Parigi


Nessun commento:

Posta un commento