lunedì 28 settembre 2020

Del consueto vagare nello spirito dell’altro: E. Husserl e P. Ricoeur percorsi dell’intersoggetività di Anastasia Leo


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo scritto di Anastasia Leo tratta del confronto fra i due autori più influenti del XX secolo: Edmund Husserl e Paul Ricoeur, ai quali è impensabile attribuire una corrente filosofica ben delineata, strutturata, data la vastità di argomentazioni da loro affrontate e soprattutto, per l’intensità e forza di ogni loro pensiero. Tema affrontato come fondamentale in questa sede, è l’intersoggettività secondo i due autori, concentrandosi maggiormente sul pensiero ricoeuriano, e partendo dall’evoluzione del concetto di ‘’coscienza’’ sviluppatosi durante il periodo dei tragediografi greci del IV – V secolo a.C. con Eschilo, Sofocle ed Euripide, per poi maturare in un’analisi sull’attività della coscienza individuale, del passaggio dal personaggio alla persona

 

Anastasia Leo (Copertino, 10/07/1994) vive da sempre a Copertino (Lecce). Influenzata culturalmente dal padre il poeta Maurizio Leo, viene educata dalla più tenera età all’introspezione, maturando capacità di riflessione ed ascolto e portandola ad esprimersi ben presto attraverso la scrittura, in una continua sperimentazione di rappresentazioni immaginifiche delle parole: lavoro culminato nella pubblicazione ‘’Il suono dell’orologio’’ (Luca Pensa editore, 2010, collana Graffiti). Conseguita la maturità classica, si rende conto che nella sua vita subentra un’altra impellente necessità: la filosofia. Sarà proprio in Filosofia, infatti, che si laureerà nel 2018 presso l’Università del Salento. Attualmente, Anastasia Leo continua a studiare presso l’Università degli studi di Torino.

 

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domenica 13 settembre 2020

La vena verde di Alessio Arena (I Quaderni del Bardo Edizioni)

«“La morte è la vergogna che avvelena la vita di chi resta”. Lo diceva mio padre, quando mi guardava scomparire nel materasso. E piangere, pensando alle opinioni dei signori.Chi muore, almeno, non deve più curarsene.Mi capita ancora di ripensare al soffitto della mia stanza in quella casa. Un intonaco bianco, con una vena verde. Amavo navigarla con gli occhi da una punta all’altra per ore e ore.Era il mio rifugio, il mio vantaggio su quel mondo tremendo di padri e padroni sovrapposti”»

 

Alessio Arena è nato a Palermo il 12 ottobre 1996. Nel 2018 si è laureato in Lettere presso l’Università degli Studi di Palermo. Nel 2020, in anticipo di un anno accademico, ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze storiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 2018 conduce «La biblioteca di Babele», rubrica di lingua e cultura italiana trasmessa dalla Radio Nazionale argentina. Dal 2018 è collaboratore della sezione «lingua italiana» di Treccani. Dallo stesso anno è Ambasciatore del C. P. per il Club per l’Unesco di Matera attraverso il progetto «Distributori di Poesia». Dal 2019 è cultore di storia del costume presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Dal 2020 è cultore di letteratura e filosofia del teatro, di storia dello spettacolo e di storia del cinema e del video presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti a livello internazionale tra cui nel 2016 il I Premio Internazionale «Salvatore Quasimodo», nel 2018 il Premio «Virgilio Giordano», il Premio «Italia Giovane» a Roma e nel 2019 il Premio Internazionale della World Poetry Conference in India. Ha pubblicato, fino ad oggi, nove libri, tra cui cinque raccolte di poesie e due saggi. Alcune sue opere sono state tradotte in spagnolo e in arabo.

Postfazione di Fabrizio Catalano

In copertina opera di Mattia Pirandello

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sabato 12 settembre 2020

Subbuglio di Alessandra Peluso (I Quaderni del Bardo Edizioni)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è una tendenza nella poesia italiana che va avanti da sette secoli ed è un portato diretto dell’azione di Francesco Petrarca: il lessico dev’essere rarefatto, selezionato, deve escludere aspetti troppo realistici e diretti, non deve descrivere in modo diretto la realtà. Anche senza conoscere Petrarca (ma i Grandi lo conoscono bene), i nostri poeti non scrivono quasi mai la parola aereo, o ferro da stiro, o melanzana: le loro piante sono il viburno, l’edera, il gelsomino, non la gramigna, il melone, il pomodoro. Abbiamo fatto questa premessa perché Subbuglio, l’ultima raccolta di Alessandra Peluso, è come minimo una lettura sorprendente: riesce a tenere insieme la lezione formale di Petrarca con il punto di vista femminile sull’amore, inteso questa volta più come eros che come agape, aspetto già questo di grande originalità e di cui troviamo pochi precedenti nella poesia italiana. Riesce a sublimare, attraverso un linguaggio etereo e ricercatissimo, aspetti intimi. Suggerisce, non descrive. Inspira ed espira seguendo il ritmo binario della natura, che è quello delle maree. Quello della notte e del giorno. Quello della terra e del cielo. Quello del silenzio e del suono. Quello del battere e levare. Quello della sensualità. Quello della sessualità. (Marcello Aprile - Ordinario Linguistica italiana, Università del Salento)

 

Alessandra Peluso. Amante della libertà. Di ogni luogo. Delle anime. Collabora con l'Università del Salento (Bioetica, Filosofia politica, Storia della pedagogia) e con l’Università di Urbino Carlo Bo (Storia della filosofia, Filosofia della cultura). La prima raccolta di versi è “Canto d’Anima Amante” (2010), “Ritorno Sorgente” (2013), a cui è seguita “Sul Boxer del Nonno verso la Poesia” (2016).In copertina opera dell'artista Benedetta Longo

 

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martedì 8 settembre 2020

E se l’aria di Milano di Katja Preobraženskaja a cura di Paolo Galvagni (i Quaderni del Bardo Edizioni)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sembra che l’arte, secondo la Preobraženskaja, stia proprio qui: nella quotidianità, nell’immanente, nel modo in cui gli ‘ultimi’ approcciano il mondo ideale. Certo, il conflitto tra mondo ideale e reale è un motivo presente in letteratura e filosofia da millenni, inasprito dalla modernità con le sue rivoluzioni industriali e l’inarrestabile progresso tecnologico; ed è lecito chiedersi in cosa consista la specificità della Preobraženskaja in questa riflessione. Ebbene, secondo chi scrive è importante notare che la poetessa non cerca di risolvere il conflitto tra ideale e reale, ma tenta di sfruttarlo in chiave poetica; e questo doppio tentativo è espresso in una lingua semplice, accessibile, dinamica e quotidiana, ma non per questo sterile. I negozi di alimentari coesistono col mito, la contemplazione di un congelatore si rivela un’esperienza epifanica e po(i)etica, il fervore ella parola nasce da ciò che a prima vista sembra assolutamente insignificante. Si potrebbe a questo punto pensare che la poesia della Preobraženskaja non sia altro che un patchwork di referenze letterarie slegate dal cosiddetto ‘testo pietroburghese’, noto anche in Italia attraverso l’opera di Dostoevskij, Gogol’ e Belyj. Sarebbe insensato aspettarsi degli echi espliciti della tradizione classica nella poesia della Preobraženskaja. Eppure, ci si chiede, viziati dall’immagine stereotipata che in Italia non di rado si ha della Russia, dove sia la città di Pietroburgo in questo rizoma eterogeneo ma organico di testi, modelli e referenze. (dall’introduzione di Мanuel Ghilarducci)

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giovedì 3 settembre 2020

La Poesia e la Libertà Antologia del Festival e Premio Internazionale di poesia e narrativa Europa in Versi 2020

Con questa antologia “festeggiamo” la decima edizione del Festival Internazionale di Poesia Europa in versi, che si è tenuto on line a causa dell’incertezza legata alla possibilità di organizzare eventi con un pubblico numeroso, dovuta alla pandemia causata dal virus Covid19. In tal modo non abbiamo voluto rinunciare ad organizzare questo importante evento, da anni ormai radicato sul nostro territorio e conosciuto a livello internazionale. In dieci anni La Casa della Poesia di Como, con il Festival Europa in versi, ha portato a Como e Milano poeti di fama mondiale provenienti da ogni parte del mondo, dalla Nuova Zelanda al Giappone, dalla Corea del Sud agli Stati Uniti, alla Colombia, all’Uruguay, al Cile, a Cuba, al Brasile, all’Iran, al Libano, alla Turchia, oltre che dalla maggior dei Paesi europei. Ogni anno il Festival ha trattato un tema di rilevanza culturale o di attualità e le antologie uscite fino ad oggi sono una importante opportunità non solo per avere una panoramica della poesia a livello mondiale, ma anche per incontrare attraverso la parola poetica “l’altro da sé”, indispensabile in un mondo globalizzato. (Dall’Introduzione di Laura Garavaglia).

Mai tema, programmato fin dal 2019, potrebbe essere più in sintonia con la situazione del momento. La poesia afferma la sua vocazione alla resistenza (o alla resilienza, come si ama dire oggi), declinandola nelle sue più svariate forme in relazione con l’individualità e la situazione sociale del poeta. La parola diventa allora pronunciamento di resistenza politica, di resistenza all’emarginazione, di resistenza al male e al nemico, di resistenza all’esilio e all’isolamento, di resistenza all’odio, di resistenza ai propri demoni interiori o semplicemente all’ineluttabilità del tempo che passa. Una vocazione a rappresentare la dignità dell’essere umano che non è certamente innescata eccezionalmente dai tempi della pandemia. Semmai questi ultimi evidenziano come tale vocazione sia parte costituzionale della dimensione del poetico e sia soprattutto una invocazione del poeta all’altro, ove l’altro non è un ente alieno o metafisico, ma l’Uomo nella sua identità collettiva. La poesia, cioè, è sempre una campana, chiama a raccolta, esige riconoscimento e schieramento sotto il vessillo di una opposizione. È il suo stesso statuto di proposta di scrittura eterodossa ad autorizzare il deragliamento al di là dei binari della consuetudine e dei più compromessi usi e abusi della parola. (dall’introduzione di Andrea Tavernati)

In copertina una posterizzazione di un’opera di Alberto Giacometti, La Piazza (1948)

 

JUAN CARLOS ABRIL, SƏLIM BABULLAOĜLU, ATTILA BALAZS,  MARIA DO SAMEIRO BARROSO, MARÍA ELENA BLANCO, VIOREL BOLDIS, METIN CENGIZ, FABRIZIO DALL’AGLIO, ION DEACONESCU, MILO DE ANGELIS, CHOI DONGHO, MAURO FERRARI, MARISOL BOHORQUEZ GODOY, HUSSEIN HABASH, HUSSEIN HABASH,  SANDOR HALMOSI, KIEU BICH HAU, MARKUS HEDIGER, JETON KELMENDI, KIM KOOSEUL, DANTE MAFFIA,  NIKOLA MADZIROV, RICCARDO MEREU, MARIA MISTRIOTI, VICTOR RODRIGUEZ NUÑEZ, GUIDO OLDANI, TAMER ÖNCÜL, MIRNA ORTIZ LOPEZ, JULIO CÉSAR PAVANETTI GUTIÉRREZ, CLAUDIO POZZANI, ALESSANDRO QUATTRONE, FRANCOISE ROY, OTTAVIO ROSSANI, NATASHA SARDZOSKA, VALERIU STANCU, MARIKO SUMIKURA, DMYTRO TCHYSTIAK, JORDI VIRALLONGA, BILL WOLAK

E ancora: Cristiano Poletti, Marisol Bohorquez Godoy, Roberto Pazzi, Stefano Pini, Ksenja Laginja, Maria Elena Blanco, Lorenzo Babini, Anna Chiara Bassan, Dimitri Milleri

 

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